Email Marketing: 10 errori veramente imperdonabili
Uno dei rischi principali di ogni strategia d’ email marketing è ricondurre una campagna newsletter alle sole fasi di:
- Carico l’ elenco dei clienti (email);
- Creo l’ email (con o senza immagine);
- Faccio un invio.
Oltre a queste attività, ve ne sono molte altre che rappresentano il reale potenziale dell’email marketing.
Proviamo a capire quali sono 10 imperdonabili errori da non commettere in quanto si tradurrebbero in mancate occasioni di sfruttare appieno le enormi possibilità di questo canale.
1. Inviare senza il consenso degli utenti
Prima d’iniziare ogni attività d’email marketing è necessario essere sicuri di:
- avere raccolto correttamente il consenso degli utenti a ricevere newsletter;
- inviare comunicazioni solo ed esclusivamente agli utenti che hanno dato tale consenso.
Le implicazione di tali attività sono molto delicate e si riflettono in vari ambiti:
- aspetto etico: è il destinatario che sceglie di ricevere o meno comunicazioni e non il brand che impone la propria presenza nella casella email dell’utente;
- aspetto legale: inviare email senza aver prima raccolto il consenso è una pratica illegale che viene sanzionata dalla legge italiana e dalla Comunità Europea;
- aspetto strategico: se un utente non desidera essere contattato difficilmente aprirà newsletter e vi interagirà, quindi tutti gli sforzi riposti nella creazione delle campagne e del loro invio saranno vani.
Assicurati che la raccolta di tutti gli indirizzi mail avvenga tramite:
- single opt-in, metodo di iscrizione che prevede un solo click di conferma;
- double opt-in, metodo che prevede l’invio di una mail di conferma su cui bisogna cliccare per terminare il processo di registrazione.
Se decidi d’acquistare contatti email da broker specializzati valuta molto attentamente la modalità di raccolta sia per essere sicuro d’acquisire contatti di qualità, sia per rispettare tutte le normative legali vigenti.
2. Non integrare il database dell’email marketing con gli altri
Per sfruttare le potenzialità dei tuoi contatti è necessario avere tutti i database ( ad esempio CRM, CMS ed ERP) integrati tra loro per sfruttare tutte le informazioni che hai a disposizione suoi tuoi contatti e profilare gli invii newsletter.
Se hai un’e-commerce è importante sapere chi tra i tuoi contatti email ha acquistato, cosa ha acquistato, da quanto tempo è registrato, dove abita ecc.
L’ideale sarebbe, inoltre, integrare nella tua piattaforma l’invio di email con quello di SMS. Tale pratica consente d’utilizzare il più alto numero possibile di touch points con il cliente in base alle varie situazioni per creare un “customer journey” completo ed efficace.
3. Non aggiornare il database contatti
Il database è soggetto a invecchiamento: alcuni utenti possono cancellarsi volontariamente, altri possono cambiare casella email e non ricordare di comunicartelo, altri ancora possono non essere più interessati a ricevere comunicazioni. E’, quindi, necessario fronteggiare il deterioramento del database, implementando una strategia strutturata per la continua immissione di contatti nuovi e aggiornati.
Una strategia d’email marketing efficace sfrutta ogni punto di contatto con potenziali clienti per ampliare e aggiornare il proprio database. A tal proposito è possibile inserire pop-up dinamici sul sito dove si richiede l’iscrizione al servizio newsletter, utilizzare la pagina Facebook, realizzare eventi o raccolte dati nel tuo punto di vendita fisico…
4. Non profilare gli invii neswletter
Il principale e più diffuso errore che si possa compiere in una strategia d’email marketing è non segmentare il database e, quindi, inviare la stessa email a tutti i contatti disponibili. Questo errore inficia la rilevanza delle newsletter e spinge gli utenti a non aprirle più o a segnalarle come spam.
Segmentare significa suddividere il database in diversi cluster in base alla tipologia del destinatario. I cluster possono essere realizzati analizzando i dati socio demografici o comportamentali degli utenti. In base a queste informazioni devono essere create email con contenuti ed offerte ad hoc. Un semplice esempio: se nel database sono presenti mamme e donne single, alle prime s’invieranno comunicazioni contenenti prodotti e informazioni per bambini, alle seconde comunicazioni diverse.
Il segreto è personalizzare l’email in base agli interessi del destinatario e le moderne piattaforme consentono d’effettuare questa attività in modo semplice ed immediato.
5. Inviare mail non responsive
Quando si realizza una newsletter bisogna sempre verificare la sua visualizzazione anche su mobile e optare per un template che sia responsive.La maggior parte delle persone è sempre connessa, quindi è fondamentale offrire un’ottima esperienza di visualizzazione e navigazione anche da smartphone.
Evitate, inoltre, d’ inviare mail in cui sia presente una sola e grande immagine, molte persone hanno impostato sul proprio smartphone l’opzione “images off” e non le visualizzerebbero, inoltre il loro peso le rende suscettibili a essere bloccate dai filtri antispam.
6. Inserire un footer incompleto
La trasparenza e l’autorevolezza di un brand sono comunicate anche dal footer delle mail, che deve sempre contenere le seguenti informazioni:
- link che consenta la cancellazione dal database;
- reminder del motivo per cui si è ricevuta l’email;
- link all’informativa sulla privacy;
- mail o numeri di telefono per contattare il brand;
- icone di condivisione sui social network;
- accesso al proprio profilo.
7. Sbagliare modalità comunicativa
La comunicazione tramite newsletter ha delle peculiarità che si devono riflettere anche nel suo oggetto e nei testi.
Una mail si caratterizza per immediatezza ed incisività è quindi necessario non utilizzare testi troppo lunghi o dettagliati.
Puntate su poche informazioni rilevanti per l’utente e sviluppatele poi sulla landing page d’atterraggio dei link.
Fondamentale per il risultato della newsletter è l’oggetto, è il primo approccio all’utente e deve spingerlo ad aprire la comunicazione.
Una pratica consigliata è utilizzare un preheader che integri quanto comunicato nell’oggetto e funga da ulteriore stimolo ad aprire la mail.
8. Non effettuare A/B test
Effettuare costantemente A/B test è l’unico modo per poter ottimizzare i risultati della strategia d’email marketing. Testare oggetti, immagini, contenuti, call-to-action e raccogliere e analizzare i risultati è necessario per creare una newsletter efficace. Un semplice esempio: provate ad effettuare invii con oggetto con e senza prezzo, o con prezzo posto all’inizio dell’oggetto o alla fine. Il tasso d’apertura delle mail varierà fornendovi informazioni importanti da utilizzare negli invii successivi.
9. Non effettuare test d’invio
Prima d’inviare una newsletter è fondamentale effettuare dei test che ne verifichino sia il template sia il contenuto.
Tra i principali test vi sono:
- spam check, per verificare le potenzialità che la mail finisca in spam;
- visualizzazione sui vari client di posta come Gmail, Yahoo!, Libero, Hotmail;
- correttezza dei link inseriti;
- correttezza ortografica e sintattica, la svista è sempre dietro l’angolo, ma va corretta!
10. Non verificare i risultati
L’email marketing è il canale digitale che offre il maggior numero di dettagli e risultati circa l’andamento delle campagne. E’ possibile sapere chi ha ricevuto l’email, chi l’ha aperta, chi ha cliccato, chi ha acquistato ecc. Tutti questi dati sono un’ottima base per poter analizzare il risultato di ogni campagna e poterlo ottimizzare.

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